Visitare Firenze, bisogna assaggiare almeno una volta la fiorentina verace

A Firenze si sorride e si scherza dalla mattina fino alla sera. Che sia in un locale, un hotel, al museo, trovo fiorentini disponibili a dialogare, che apprezzano i complimenti, si fermano. Solo questo è già un motivo per andare a visitare Firenze più volte.

Anche il proprietario di Fernanda, che gli chiede “hontinuamente” da mangiare è d’accordo. Sarà perché la sua fame è proprio da cavallo. L’abbiamo incontrata anche stavolta per le strade di Firenze e mi ha fatto sentire come se fossi tornata a casa. Firenze è verace sotto tanti aspetti.

I toscani non si spostano

La città, una delle più visitate (Roma, Milano, Venezia, Firenze), darà ai fiorentini più di un motivo per sorridere. Essere soddisfatti di avere sempre il piatto pieno, però, non basta. Credo che nel quotidiano vivano la famosa consapevolezza del tipo: “Siete troppi ma un’altra sedia ve la troviamo, perché siete voi a portarci il pane”.  Poi sorridono pure, sono bischeri e hanno capito che fa la differenza.

“Boh, noi toscani però siamo veramente tremendi” ha ricordato la nostra ospite a Montepulciano, con espressione e tono seri. Raccontava di come loro non si spostassero prima dell’avvento di Internet e non si muovano tanto neanche oggi. Che siano di Firenze o di Montepulciano. Perché dovrebbero? Tutti vengono lì, nonostante non sia facile arrivarci.

Visitare Firenze

Infatti, tornando a Firenze, giungono annuali notizie di un allarme sulle presenze turistiche, che sembra rischino di farla collassare. Così si studiano nuovi “paletti” per favorire un orientamento verso il turismo di qualità. “Non quello del mordi e fuggi, che non sa neanche cos’abbia visto appena uscito da un museo”. Insomma, la qualità fa tendenza, solo che, se mi posso permettere a chi di dovere: fintanto che la viabilità in un territorio geologicamente complesso come la Toscana renderà difficile lo spostamento (e sappiamo che pure questo è il suo fascino) per andare praticamente ovunque in Toscana bisogna passare per Firenze. E parlo con cognizione di causa, perché amo la Toscana ma non per questo ho visitato Firenze più volte di qualsiasi altra città.

Visitare Firenze verace

Come quest’anno; finalmente abbiamo potuto organizzare il tanto rimandato viaggio a Montepulciano e ovviamente siamo dovute passare per Firenze. Comunque ci vado volentieri e quando visito questa città scopro sempre qualcosa di bello, persone interessanti, e trovo una parola da legare. Stavolta continuava a saltare fuori la “Firenze verace”, espressa nel contesto del cibo, rimarcando non solo i sapori ma soprattutto la loro autenticità. Perché questo?

Anche a Firenze ci sono diverse offerte estere ma anche se espongono un cartello con ‘cucina toscana’ non è la stessa ‘hosa’. Infatti, nonostante le richieste dei turisti affamati non manchino, i proprietari della fusion non sembrano molto felici. Sfido; anche se arrivano con la cucina asiatica, la più apprezzata al mondo, in Toscana questi numeri non contano. Se non sei toscano, non sei verace. Puoi provarci. Conoscere bene la carne e imparare a preparare la fiorentina, riconoscere il Nobile, Chianti, Brunello di Montalcino o Carmignano

ma non basterà.

Da tutto il mondo arrivano per mangiare le bruschette toscane, quelle con i fegatini e il sugo non solo di cinghiale ma anche di lepre o fagiano. Non sono ricette della storia della corte francese bensì delle colline toscane, tramandate dalle generazioni. Non si possono acquisire in un paio d’anni. Ci vuole una gran pazienza anche per eseguire una ricetta condivisa come questa del famoso ragù di cinghiale.

Questa volta abbiamo avuto il piacere di pranzare presso la Trattoria da Giorgio in un’atmosfera popolare immersa nelle riproduzioni di capolavori rinascimentali sulle pareti. Il locale è piccolo quindi facilmente bisognerà aspettare prenotandosi (com’è di consuetudine nei pranzi fiorentini) segnando il proprio nome su una lista all’esterno.
Le pappardelle al cinghiale e il Peposo al Chianti sono i piatti veraci che ci hanno conquistato.

Per mangiare scelgo sempre un locale dove posso vedere o almeno sbirciare i cuochi al lavoro e faccio domande. So che le future nonne fiorentine stanno già cucinano i sughi con la cottura lentissima, come una volta, con gli accorgimenti che neanche pensano che esistano, li sanno e basta. Il sapere e rispettare vale altrettanto per le materie prime, del territorio, quelle che fanno la cucina verace e i toscani contenti. Lasciatevi guidare dai nomi antichi, dai menù esposti all’esterno e dal profumo del sugo.

Per uno spuntino “di corsa”

da consumare in piedi, ma sempre sostanzioso e verace, abbiamo optato per Vinaino Fiorenza che propone una ricca varietà di panini con ingredienti tipici, anche vegetariani.

I toscani restano volentieri nella loro terra, usando l’acca e le parolacce per far andare via quello che non gli garba. Di certo non sono solo i fiorentini a considerare Firenze verace. Tanto è il mondo che ci viene, come in tutta la Toscana, perché neanche le montagne toscane si spostano.

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