
La percezione dei colori è importante sia nella crescita personale che lavorativa. Definisce l’espressione di un messaggio, crea un rapporto con l’argomento. La cura nella scelta di una palette colori ideale influenza la comunicabilità dei contenuti e la loro diffusione su Internet.

Di solito ai bambini piace più colorare che disegnare. Se si chiede ad un bimbo di disegnare, solitamente risponde: «Cosa?» oppure si mette a schizzare una riflessione della sua esperienza. S’inventerà qualcosa (come il famoso elefante sotto il capello) e finirà senza tanti indugi.
La questione cambia se gli metti davanti delle matite colorate. Comincerà a riempire gli spazi, perderà molto più tempo a trasportare le sue sensazioni del mondo. Metterà su carta qualcosa che gli è famigliare e quindi con un senso comprensibile. Forse lo sarà di meno per noi adulti, specialmente se siamo carenti di educazione artistica.
Senza troppe – inutili scelte
Quando penso alla mia palette colori da piccola, devo ammettere di essere cresciuta con una lacuna. La scatoletta di matite colorate. Basica come la dottrina. Altro che una palette colori complessa… non si prevedeva di colorare tutto il mondo. Le troppe scelte inutili avrebbero solo complicato la vita nel regime comunista.

Ho risolto optando per la matita, nel preferire le parole, ma così ho privilegiato a lungo il bianco e nero rimanendo fuori dalla molteplicità dei colori. Grazie alle intromissioni artistiche di mia madre ho cominciato a pasticciare con gli acquarelli, ma la mia percezione color-creativa aveva subito comunque un ritardo. I miei strumenti d’infanzia potevano soddisfare la mia fantasia, che poteva essere localizzabile in Lapponia, pure lei vicina alla Russia.
Rosso russo
Il grande fratello russo evidenziava incessantemente la sua esistenza tramite il colore rosso. Era ovunque, sulle bandiere fissate ad ogni angolo, inarrestabile, inconfondibile, insostituibile colore rosso.

Ah, quanto era odioso. L’unico che gli si avvicinava con simile disappunto era il colore verde delle uniformi militari, diventate sinonimo dell’obbligo di leva di due anni.
Comunque io me lo sentivo che i colori mi mancavano, doveva essere il mio richiamo italico.
Stupefacente palette colori
Mi ricordo quanto rimasi stupita, una volta arrivata in Italia, dalle sfumature di azzurro e blu. Per me fino ad allora il blu era un colore solo, nella varietà di uno chiaro e uno scuro. La mia nota incapacità nel prendere una decisione veloce, nell’acquistare qualsiasi cosa, era letteralmente scoppiata nei colorifici.
Non solo le sfumature nelle palette colori cambiavano da un marchio di un produttore all’altro, addirittura potevo farmi preparare un colore a mio piacimento, uguale ad un tessuto o a un mobile da combinare con un muro. La prima volta che mi era capitato assomigliavo ad Alice nel paese delle meraviglie.

Individuare le palette colori, conoscerle, poterle trasmettere grazie al web sono state le vittorie del mio recupero. Avere la possibilità di tanti colori per realizzare manufatti, nel design dell’abbigliamento e degli interni, ha fatto da motore propulsore. l colori sono diventati importanti, anche per rilassarmi dipingendo un quadro. Esperienze che oggi mi portano a dare un senso a progetti di comunicazione tramite contenuti digitali.
Scoprire e imparare
L’ignoranza del mondo colorato che mi trascinavo dietro la imputavo al regime totalitario. Mia madre, invece, avrebbe potuto dire: «È stata la tua riluttanza verso la mia pittura». E in parte avrebbe avuto ragione. Io avevo preferito studiare l’italiano. Il senso per i colori era nascosto in qualche angolino del mio DNA. Aspettava che io arrivassi nella terra dell’arte.
Oggi abbiamo a disposizione software che aiutano la scelta ottimale nell’accostamento dei colori e questo riesce pure risolvere il problema della tonalità rossa. Perché la scelta del colore si orienta sia secondo la personale preferenza che funzionalità. I software generano tonalità diverse, il grado di illuminazione e della saturazione creano una notevole quantità di opzioni per scegliere gli accostamenti più appropriati. Quando si tratta di comunicazione visiva questa operazione deve avere un senso, essere coerente con il progetto, il target di riferimento, le attrezzature e materiali per l’esecuzione, e non solo…
“Per tutto il resto c’è Internet”
E se il progetto necessità di comunicare, far capire a colpo d’occhio la sensazione di energia, azione o avventura, utilizzare il rosso è una delle prime opzioni. Ci sono i rossi passionali del tappeto e dei sipari, il rosso porpora e di borgogna, corallo, rubino o sherry…
Ormai l’accostamento del rosso con le imposizioni filorusse autocelebrative è lontano, sommerso dall’imbarazzo della vasta offerta di sfumature e dall’amore per l’arte italiana.
Per finire una filastrocca ispirata da uno spot promozionale, di un passato remoto, quando un riferimento lo faceva MasterCard:
Bere al bar un Cabernet, andare in Tibet
il mondo di colore
è mica un twin set,
a prova di connessione.
Per tutto il resto c’è Internet.
Perché non dimentichiamo che il colore digitale è ancora un’altra storia, quella che ha che fare con i prodotti digitali grafici e audiovisivi.

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Benvenuti, mi chiamo Veronica Petinardi, sono nata a Praga e anche se scrivo in italiano mi sono tenuta il mio “accento di lingua madre”. Pubblico articoli, narrativa, manuali. La mia specialità sono le parole, italiane e ceche, al servizio delle presentazioni. Offro servizi di scrittura, traduzioni, collaboro a progetti promozionali realizzando pitch.
Interessantissimo articolo e molto ben argomentato, apprezzabilissimi gli aneddoti storici personali. L’importanza dei colori é immensa e crearne dei nuovi é un dono che si fa all’Arte! Mi ha colpito il fatto che abbia vissuto come sorta di “ritardo” o disagio il fatto del bianco e nero, però io la vedo così: nel tuo bianco e nero tu vedevi tutti gli (allora) inesistenti colori che ora sai creare!!!
Un commento ammirevole, e non solo per la tua sensibilità artistica ma perché hai colto le mie sfumature nello scritto. Grazie per la tua condivisione, è preziosa!