
Fanno la guerra, la pace, la primavera… dipende dalla lingua che usano, ancora prima di diventare baci con la lingua.
In lingua ceca la primavera si chiama Jaro ed ha un significato che si può comporre con i sinonimi delle parole “ilare”, “allegro”, “fresco” e anche “irrequieto”. In italiano la primavera significa l’inizio di uno splendore, la bella stagione.
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Marzo
Le due lingue hanno in comune la curiosità di guardare fuori dalle finestre, osservare come procede il cambiamento della stagione. Un detto ceco, per esempio, dice:
“Marzo vicino a una stufa ci porta
e a scaldarsi fino ad aprile si resta”.
Questo invece è un detto italiano:
Il primo giorno di primavera è una cosa,
e il secondo giorno di primavera è un altro.
La differenza tra loro a volte è grande come un mese.
In italiano marzo, invece, ha preso il nome da Marte, il dio della guerra, e rappresenta la forza capace di affrontare e superare le difficoltà. In primavera i germogli, ormai forti, rompono la terra per affacciarsi alla vita. In ceco marzo è tradotto in Březen e deriva da una “betulla germogliante”.

Primavera bella stagione
La primavera è una guerra di ritorno alla vita fresca e nuova, con la volontà di superare le freddolose difficoltà per arrivare alla stagione gloriosa. Questo obiettivo ha bisogno di un gran carburante, reperibile negli ormoni proliferanti. Tornando al tempo variabile, osservato fuori dalle finestre, la primavera infatti è anche la stagione dei primi baci. Seppur fuori piova, non importa se sia il primo bacio in assoluto o quello con una persona nuova, si tratta sempre di baci infiammanti.
Quell’attimo prima che avvenga è un’ebbrezza. Sta per succedere, si sente nella frazione prima del momento in cui accade. Fuori può anche diluviare ma scoppiano le scintille. Tra i due, nella distanza ravvicinata, si trova un tale quantitativo di significati che la concentrazione nell’afferrarli azzera l’importanza della variabilità del tempo.
È una guerra di sinonimi e opposti, palpabile solo nel frangente in cui si posano le labbra. Poi, come un soffio al tarassaco, il significato si disperde nell’aria e rimane la sensazione di aver perso qualcosa di delicato. Il primo bacio ha questo di unico, il desiderio del ritorno.
E poi dipende.
Dal secondo, il terzo…

Baci con la lingua
Un altro migliaio di componenti fa sì che diventi un’esperienza germogliante.
Per esempio evitando tutte le controindicazioni come il rossetto indelebile e le salse forti, i campioni gratuiti di saliva, l’approccio da predatore o da gatta morta.
Perché tutto s’incastri e il bacio non si scordi mai è fondamentale l’interazione. L’avvicinamento non solo delle labbra ma anche dell’energia. Solo applicando la comunicazione declinata in tutte le forme i baci fanno la bella stagione e i grandi condottieri vincono la guerra dei baci. Compresa anche la traduzione.
«Un bacio può essere una virgola, un punto interrogativo o un punto esclamativo.
È una fondamentale regola di lettura che ogni donna dovrebbe conoscere.»
Mistinquett, Theatre Arts
Buon umore
Come una rondine non fa tutta la primavera, e neanche il solo mese di marzo, occorrono anche aprile e maggio, rispettivamente duben e květen in lingua ceca. Il termine duben deriva dalla quercia (dub) che inizia a far crescere le nuove foglie proprio ad aprile. Mentre květen nasce dal fiore, ovvero květ.
Abbiamo parlato di baci e di bella stagione, quindi di una condizione che porta a stare bene. Allora per concludere un detto ceco che riflette sul buon umore:
“Dobrá nálada nevyřeší všechny problémy, ale naštve tolik lidí, že stojí za to si jí udržet”.
Tradotto:
“Il buon umore non risolve tutti problemi, ma fa arrabbiare così tanta gente che vale la pena mantenerlo”.
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Benvenuti, mi chiamo Veronica Petinardi, sono nata a Praga e anche se scrivo in italiano mi sono tenuta il mio “accento di lingua madre”. Pubblico articoli, narrativa e manuali sul sito Parole di legami. La mia specialità sono le parole, scrittura è la mia passione.